scandalinbohemia: (Default)
Fiorediloto ([personal profile] scandalinbohemia) wrote2007-03-31 08:52 pm

[House] I turbamenti di Steve (traduzione)

Titolo: In Which Steve is Disturbed (I turbamenti di Steve)
Autore: [livejournal.com profile] anamatics (tradotta da [livejournal.com profile] fiorediloto)
Riassunto: Steve si accorge che qualcosa sta accadendo tra il suo umano e il compagno del suo umano, e non è sicuro che la cosa gli piaccia.
Rating: R
Beta-reader: [personal profile] saraba_kanashimi
Link: Originale



Steve McQueen si considerava un topo perfettamente normale da tutti i punti di vista; era sano, la sua coda era sempre pulita, e stava attento a non lasciare escrementi in giro nella gabbietta. Aveva un nido, che si era fatto con un coprizampa umano lasciato per errore troppo vicino alla sua gabbietta, e una scodellina di cibo che era sempre piena di bocconcini prelibati messi da Faccia Pelosa dentro la gabbia. Nel complesso, la vita da topi era una bellezza.

A Steve piaceva il suo umano domestico; specialmente da quando quello aveva preso l’abitudine di nutrirlo con cibi piuttosto interessanti ed esotici.

Ma, allo stesso tempo, a Steve mancava la libertà dei grandi spazi alla sommità della casa della Femmina Puzza-di-Fumo, quella dove viveva prima. Stava invecchiando. Quando aveva incontrato Faccia Pelosa per la prima volta era piuttosto giovane – e amava correre. Lo shock improvviso di ritrovarsi confinato in una gabbia, per quanto confortevole, si era ormai tramutato in un’abitudine.

Ora, Steve era contento di dormire per la maggior parte del giorno, arrotolato in una pallina stretta stretta, limitandosi a grattarsi se aveva prurito con un semplice scatto della zampa posteriore. A volte Faccia Pelosa lo tirava fuori dalla gabbia e lo teneva con attenzione tra le mani che odoravano di pulizia e buon cibo.

A Steve piaceva un mondo leccare quelle mani, che avevano l’esatto sapore che ci si aspettava da un umano – leggermente salate, ma con un accenno di qualcos’altro a cui Steve doveva ancora dare un nome.

Non mordeva mai l’umano Faccia Pelosa, fatta eccezione per qualche morsetto giocoso che Steve considerava parte della normale aggressività tra due maschi. A parte le specie, il territorio e i limiti dovevano ancora essere definiti, dopotutto. Il suo umano domestico non aveva mai tentato davvero di contendersi con Steve i rispettivi limiti, ma si era decisamente infastidito quando Steve aveva rubato il suo coprizampa.
Steve non aveva ricevuto bocconcini per qualche giorno dopo quell’episodio, ma aveva un bel nido caldo e la regolare scorta di cibo, quindi la cosa non l’aveva disturbato poi tanto.

Se il suo umano domestico fosse stato una femmina, Steve era sicurissimo che avrebbe ottenuto leccornie semplicemente per il fatto di essere così carino come sapeva di essere. Le femmine lo adoravano, l’accarezzavano e giocavano con la sua coda in quella maniera che Steve trovava meravigliosa. Anche Faccia Pelosa lo faceva, ma non altrettanto spesso; e sì, Steve sentiva la mancanza di una femmina nella tana dell’umano.

Tra l’altro, era strano vivere senza una femmina intorno, per quanto Faccia Pelosa non sembrasse farsene troppo un problema – il che infastidiva Steve. Anche se Steve era felicissimo di vivere con Faccia Pelosa, aveva fatto incontri con giovani topi femmine nel passato, ed era piuttosto scosso dall’effetto che avevano avuto su di lui. Steve non riusciva a trovare una ragione per cui qualcuno, perfino qualcuno così rude e fastidioso in ogni suo atteggiamento come Faccia Pelosa, dovesse rinunciare a una cosa del genere. Steve sperava a volte che il suo umano domestico si trovasse una compagna. Così non sarebbe stato tanto triste per tutto il tempo.

Steve era bravissimo a cogliere gli umori degli umani, anche se non riusciva a comprenderne il linguaggio. L’umano Faccia Pelosa era sempre d’umore malinconico, il che sembrava confermato dalla specie di rumore che produceva col grande coso-che-faceva-rumore, un aggeggio nero nell’angolo della stanza. Steve pensava che se il suo umano domestico voleva una compagna, non avrebbe dovuto picchiare così tanto su quel dannato coso-che-faceva-rumore. A Steve non piaceva; gli facevano male le orecchie.

La cosa strana in tutta la situazione, comunque, era che Faccia Pelosa sembrava avere una compagna, anche se l’umana in questione non dormiva nella tana di Faccia Pelosa. Steve non era certo del perché l’altra umana non passasse tutto il suo tempo facendo le normali cose da compagna insieme a Faccia Pelosa.

Tutto l’opposto, in realtà. L’umana in questione era un po’ più piccola di Faccia Pelosa, con un corpo ben sviluppato che Steve avrebbe definito perfetto per avere cuccioli, non fosse stato per il fatto che la compagna di Faccia Pelosa letteralmente trasudava odori maschili. Steve non capiva come facesse Faccia Pelosa a passare tutto il suo tempo con un altro maschio (che non sembrava avere nessuna parte dell’equipaggiamento necessario a rendere felice la vita dell’altro), quando sarebbe potuto uscire a fare cuccioli con una femmina.

Dopo un po’, comunque, Steve aveva iniziato a capire che forse i cuccioli non erano la cosa migliore per Faccia Pelosa. Aveva tre umani più giovani che venivano a visitarlo di tanto in tanto nella sua tana, e tutti loro guardavano a Faccia Pelosa con la stessa venerazione che Steve e i suoi fratelli avevano avuto nei riguardi del loro padre.

Steve si chiedeva se questi tre giovani umani fossero i cuccioli di Faccia Pelosa. Non gli assomigliavano per niente, e non avevano un odore simile al suo. Per Steve tutto questo era semplicemente privo di senso.

Faccia Pelosa e il suo compagno sedevano sulla comoda piattaforma sulla quale sedevano quando accendevano la scatola luminosa nell’angolo. Era strano, Steve pensava, vedere due maschi con limiti ben definiti tra loro sedere in quello che chiaramente era il territorio del compagno di Faccia Pelosa. Emanava il suo odore, e a Steve non piaceva starvi dentro. Diventava nervoso quando sentiva l’odore di un altro maschio in un luogo che precedentemente aveva considerato territorio neutrale.

A proposito di ciò, comunque, c’erano un sacco di chicche appetitose seppellite nella comoda piattaforma che perfino il rispetto di Steve verso il compagno di Faccia Pelosa non poteva nascondere.

Non che le stesse proprio mangiando, comunque. Faccia Pelosa e il suo compagno lasciavano sempre cadere del cibo nelle profondità della loro piattaforma per lasciare che Steve le trovasse più tardi, dopo che il compagno di Faccia Pelosa era andato a casa. Steve amava il cibo strano che riusciva a trovare dentro la piattaforma, e il modo in cui il compagno di Faccia Pelosa non sembrava mai accorgersi che il suo deposito segreto di cibo era stato svuotato perché Steve non riusciva a trattenersi.

Steve si appallottolò nella sua gabbietta, guardando gli umani dentro la scatola luminosa mentre Faccia Pelosa e il suo compagno chiacchieravano nel loro dialetto incomprensibile. Steve non capiva mai il linguaggio umano; c’erano troppi scatti e stridii perché Steve fosse in grado perfino di iniziare a decifrare quello che dicevano.

Ma che gliene importava? Gli davano cibo e non poteva davvero chiedere niente di più.

Faccia Pelosa e il suo compagno stavano praticando di nuovo quel fastidioso rituale d’accoppiamento umano. Quello in cui sembrava che Faccia Pelosa stesse mangiando la faccia dell’altro. Steve non pensava che una cosa così raccapricciante potesse risultare piacevole per una qualunque delle parti coinvolte, ma a loro non sembrava dispiacere.

Steve mosse la coda da un lato. Umani. Chi li capiva, comunque?

Il compagno di Faccia Pelosa stava tentando di sfilare all’altro il suo copritorace, e apparentemente trovava qualche problema con qualsiasi cosa lo tenesse appiccicato al corpo dell’altro. Il compagno di Faccia Pelosa stava producendo tutta quella serie di rumori che perfino Steve riconosceva come segni di fastidio.

Steve guardò con più attenzione. Non aveva mai visto due umani maschi accoppiarsi. E dubitava che sarebbe riuscito a vedere l’intera cosa adesso, visto che Faccia Pelosa camminava in maniera strana per la maggior parte del tempo, e sembrava che qualcosa non andasse in una delle sue zampe posteriori. Steve non riusciva mai a dire quale, comunque, perché a volte Faccia Pelosa camminava normalmente, e altre volte non riusciva a camminare per niente.

Se Steve fosse stato ferito non avrebbe voluto accoppiarsi affatto.

Apparentemente per gli umani era diverso.

Il compagno di Faccia Pelosa si era spostato dalla piattaforma giù sul pavimento. Steve non capiva bene la meccanica di quanto stava accadendo, sembrava che il compagno di Faccia Pelosa stesse tentando di mangiare il pene dell’altro.

Steve squittì il più forte possibile. Non poteva farlo! Non voleva che Faccia Pelosa perdesse tutto quello che lo distingueva come maschio, e sembrava davvero che le parti maschili di Faccia Pelosa fossero in pericolo.

I due umani interruppero quello che stavano facendo e Steve sentì che stava iniziando a calmarsi di nuovo.

E poi, all’improvviso, una delle giacche di Faccia Pelosa fu tirata sopra la gabbia e lui non riuscì a vedere più niente.

-



House, il tuo topo mi fissa.

Lascialo fissare, non gli capita spesso uno spettacolo del genere.

House, penso davvero che ci sia qualcosa che non va in lui.

Dio, ma cos’ha il tuo cervello, deficit d’attenzione? Non riesci a concentrarti sul lavoro in corso per più di due secondi? Steve sta bene – e io non starò bene a meno che tu non ti occupi di questa cosa adesso.

Onestamente penso che potrebbe reagire male a quello che vede.

Che cosa vuoi che faccia, che metta un lenzuolo sulla gabbia?

No, non voglio che lo soffochi per me.

E allora cosa?

Non lo so; lancia la giacca sopra la gabbia o qualcosa del genere.

Ecco fatto. Ora possiamo per favore tornare a quello che stavamo facendo?

Sì.