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Titolo: Made to be broken
Fandom: Heroes
Pairing: Future!Peter/Future!Claire
Rating: NC-17
Conteggio Parole: 462 (W)
Prompt: "When everything feels like the movies/well you bleed just to know you're alive" (Iris, Goo Goo Dolls) @ Pimp Fest (
fanfic_italia)
Note: Spoiler per la S3 (più o meno)
“Fallo.”
“Senti, non mi...”
“Fallo e basta.” Si solleva leggermente, lasciandosi scalfire la carne tesa del braccio dalla punta del coltello. Non è dolore, è solletico. “Avanti.”
“Non serve a niente, non dimostrerà niente” sibila Peter, stringendo più forte l’impugnatura. Tenta di scostare la lama, ma una mano si posa sopra la sua e preme con decisione. “Claire! Non serve a nessuno.”
“A me sì” mormora Claire, la voce distante, le dita gelate intorno alle sue. La punta penetra nel braccio di un millimetro e poi di un altro, scende trascinata inesorabilmente verso la fossetta del gomito, spinta un po’ più a fondo durante il tragitto. Sembra una vita, ma è solo un secondo o due. Poi Peter scuote la testa e la blocca con il pensiero, con tanta veemenza da toglierle il fiato, e il coltello vola giù dal tavolo roteando con un sibilo metallico.
“Tu sei…” Peter le tira via i capelli scuri dalla faccia, glieli torce indietro per farsi guardare negli occhi. La dolcezza con cui le tiene la nuca nel palmo è ben nascosta, ma è pur sempre lì da qualche parte. “Questa è l’ultima volta.”
“Va bene” acconsente Claire, docile nella soddisfazione.
Peter guarda il rivoletto di sangue fluire dalla superficie rimarginata e impreca a bassa voce. In un attimo le sue labbra sono sul taglio e raccolgono e asciugano il sangue, lasciando solo un’impronta confusa di un rosso sbiadito.
Claire trattiene il respiro sentendole risalire il braccio, la spalla, il lato del collo. Se avesse solo voglia di vedere il sangue, potrebbe farlo da sola, quando lui non c’è. Ma è una punizione, per se stessa e per lui, e negli anni è diventata un rituale, e Peter la odia e si odia perché non riesce ad opporsi, e alla fine l’asseconda sempre.
Con le sue dita dentro le mutandine, Claire rabbrividisce e chiude gli occhi. Ha smesso di volerlo morto, non di odiarlo, si ripete, appoggiando i gomiti indietro sul tavolo per sollevare il bacino e agevolargli il movimento. Punta i talloni sul bordo del tavolo, poi butta le gambe nel vuoto e gli aggancia le caviglie dietro la schiena. E questo non ha niente a che vedere, aggiunge mentalmente, ansimando forte, con… con…
I pensieri si sgranano. Peter la scopa con la solita urgenza di sempre, che la fa sentire desiderata e una puttana – una puttana particolarmente desiderata – ma Claire ha messo da parte da molto tempo le sue fantasie di tenerezza e materassi cosparsi di petali di rose. È stato prima di morire per la terza volta, o forse la quarta.
“Ti amo” dice Peter, tentando di convincerla per l’ennesima volta che è vero, attaccandola come sempre nel momento in cui è più fragile.
L’interno del braccio prude ancora. Naturalmente non gli crede.
Fandom: Heroes
Pairing: Future!Peter/Future!Claire
Rating: NC-17
Conteggio Parole: 462 (W)
Prompt: "When everything feels like the movies/well you bleed just to know you're alive" (Iris, Goo Goo Dolls) @ Pimp Fest (
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Note: Spoiler per la S3 (più o meno)
“Fallo.”
“Senti, non mi...”
“Fallo e basta.” Si solleva leggermente, lasciandosi scalfire la carne tesa del braccio dalla punta del coltello. Non è dolore, è solletico. “Avanti.”
“Non serve a niente, non dimostrerà niente” sibila Peter, stringendo più forte l’impugnatura. Tenta di scostare la lama, ma una mano si posa sopra la sua e preme con decisione. “Claire! Non serve a nessuno.”
“A me sì” mormora Claire, la voce distante, le dita gelate intorno alle sue. La punta penetra nel braccio di un millimetro e poi di un altro, scende trascinata inesorabilmente verso la fossetta del gomito, spinta un po’ più a fondo durante il tragitto. Sembra una vita, ma è solo un secondo o due. Poi Peter scuote la testa e la blocca con il pensiero, con tanta veemenza da toglierle il fiato, e il coltello vola giù dal tavolo roteando con un sibilo metallico.
“Tu sei…” Peter le tira via i capelli scuri dalla faccia, glieli torce indietro per farsi guardare negli occhi. La dolcezza con cui le tiene la nuca nel palmo è ben nascosta, ma è pur sempre lì da qualche parte. “Questa è l’ultima volta.”
“Va bene” acconsente Claire, docile nella soddisfazione.
Peter guarda il rivoletto di sangue fluire dalla superficie rimarginata e impreca a bassa voce. In un attimo le sue labbra sono sul taglio e raccolgono e asciugano il sangue, lasciando solo un’impronta confusa di un rosso sbiadito.
Claire trattiene il respiro sentendole risalire il braccio, la spalla, il lato del collo. Se avesse solo voglia di vedere il sangue, potrebbe farlo da sola, quando lui non c’è. Ma è una punizione, per se stessa e per lui, e negli anni è diventata un rituale, e Peter la odia e si odia perché non riesce ad opporsi, e alla fine l’asseconda sempre.
Con le sue dita dentro le mutandine, Claire rabbrividisce e chiude gli occhi. Ha smesso di volerlo morto, non di odiarlo, si ripete, appoggiando i gomiti indietro sul tavolo per sollevare il bacino e agevolargli il movimento. Punta i talloni sul bordo del tavolo, poi butta le gambe nel vuoto e gli aggancia le caviglie dietro la schiena. E questo non ha niente a che vedere, aggiunge mentalmente, ansimando forte, con… con…
I pensieri si sgranano. Peter la scopa con la solita urgenza di sempre, che la fa sentire desiderata e una puttana – una puttana particolarmente desiderata – ma Claire ha messo da parte da molto tempo le sue fantasie di tenerezza e materassi cosparsi di petali di rose. È stato prima di morire per la terza volta, o forse la quarta.
“Ti amo” dice Peter, tentando di convincerla per l’ennesima volta che è vero, attaccandola come sempre nel momento in cui è più fragile.
L’interno del braccio prude ancora. Naturalmente non gli crede.